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  • Passaggio sciopero di Ranica 1909 – 24020 RANICA

Ranica vive la sua stagione contemporanea attraverso il nuovo centro culturale “Roberto Gritti”. L’edificio, progettato da DAP Studio e da Paola Diaconia, e inaugurato nella primavera 2010, è infatti stato premiato come miglior opera pubblica realizzata in Provincia di Bergamo tra il 2000 e il 2010 al concorso OAB architettura 2010.

Intitolato a un insigne personaggio ranichese, Roberto Gritti, uno dei fondatori della musica folk bergamasca, l’edificio ospita una biblioteca su due piani, un auditorium, e una serie di spazi polifunzionali a servizio sociale e culturale.

L’opera è stata realizzata in un contesto architettonico caratterizzato da un lato da un nucleo storico di ridotte dimensioni e concentrato attorno agli edifici emergenti, e dall’altro da un’espansione del dopoguerra frammentata ed in gran parte anonima. In particolare, essa si pone in dialogo con un’altra struttura pubblica attigua ma di epoca diversa, il Centro Diurno, con impianto a ferro di cavallo, con cui viene a costituire un polo funzionale di grande richiamo per la comunità locale.

La vicinanza alle testimonianze storiche del paese non ha ingenerato nei progettisti un processo di mimesi, sia per il rifiuto di adesione a tipologie precostituite, sia per l’adozione di un linguaggio completamente autonomo e chiaramente moderno: un’immagine netta e pulita, dal forte impatto visivo, con sfumature cromatiche chiaramente alternative rispetto al panorama edilizio circostante.

La struttura architettonica dell’edificio, al centro del quale si apre un passaggio, che diviene luogo di incontro all’aperto, è caratterizzato  da due volumi che si sovrappongono, distinti sia dal punto di vista delle forme che dei contenuti. Il volume più basso, dal perimetro rientrante rispetto a quello della struttura sovrastante, si caratterizza per le vetrate e le pareti intonacate; esso dialoga con il piano stradale e funge da spazio di accoglienza dei flussi di attraversamento  pedonali, presentandosi come un “volume aperto”, trasparente e in grado di accogliere i visitatori. Il volume superiore poggia sul primo con una differente matericità ed appare come una grande piastra rettangolare rivestita da pannelli di Policarbonato, monocromi lungo tutto il perimetro tranne che in corrispondenza del cortile centrale e del fronte d’ingresso verso la piazza, dove assumono tonalità cangianti che vanno dal rosso magenta al blu, in gradazione.

Questo materiale economico ha la caratteristica di essere traslucido e di apparire quasi smaterializzato con i riflessi dell’imbrunire. In origine era prevista un’illuminazione notturna interna alla parete, che avrebbe consentito di ottenere un effetto visivo di galleggiamento del cubo sospeso, di grande impatto, ma che purtroppo per esigenze economiche non è stata realizzata.

Alla semplicità e compattezza del volume esterno corrisponde la forte articolazione degli ambienti interni: qui lo spazio è principalmente distribuito in due sotto-volumi, uno dedicato interamente alla biblioteca civica e l’altro all’auditorium e a spazi multiuso al piano superiore, mentre quello inferiore è destinato ad accogliere uno spazio “Prima Infanzia”. L’apertura di due corti interne, una per ogni sotto-volume, permette l’entrata di aria e luce naturale.

La sfida che il progetto ha affrontato è stata quella di rigenerare lo spazio urbano nel quale è stato costruito facendolo diventare da semplice retro di altri edifici e quindi spazio di risulta, una sorta di piazza urbana, luogo di incontro, di informazione e di formazione, posto in posizione centrale e attraversato da una rete di percorsi, sia tangenti che trasversali, collegati con le diverse direttrici del paese. Luogo di scambio tra diverse fasce di età, tra i ragazzi che frequentano la biblioteca e gli anziani che all’esterno, nella bella stagione, giocano a carte o chiacchierano nel cortile del cento diurno. Nell’era delle reclusioni domestiche da internet-dipendenza, una scommessa sulla socialità.

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